Separazioni, come funziona con i c/c cointestati
di Andrea Biolo | pubblicato il 10 aprile 2019
La spartizione dell’ammontare presente sui conti cointestati in seguito a una separazione può generare non poca confusione nelle persone coinvolte. Anzitutto,
quando un conto corrente è cointestato (non solo tra i coniugi ma tra qualunque soggetto) si presume solamente che quanto è ivi giacente spetti per il 50% a
ciascuno dei cointestatari. Ognuno dei correntisti, però, può provare che i soldi che sono transitati su quel conto spettano solo a lui.
Dunque, a maggior ragione in caso di regime di separazione dei beni, la giacenza sul conto cointestato andrà suddivisa in base a chi effettivamente è il
proprietario della somma (accredito di stipendio, donazioni dai genitori e quant’altro). Tuttavia, va ricordato un aspetto fondamentale: questa regola vale nei
rapporti tra cointestatari, ma non per la banca, che non è tenuta a conoscere l’appartenenza dei fondi presenti sul conto corrente.
Poi, in caso di separazione, può avvenire che uno dei due coniugi richieda e ottenga bonifico del 100% delle somme presente su quel conto. L’istituto di credito
non potrebbe rifiutarsi. E, solo in seguito, sarebbe l’altro coniuge a dover chiedere la restituzione della somma presa indebitamente dall’ex marito/moglie. Magari,
nei casi più estremi, dovendo adire le vie legali. Proprio per questo è importante muoversi in maniera tempestiva in presenza di conti cointestati. Qualunque
esitazione, potrebbe essere “fatale”.